Tre uomini in barca, (per non parlar del cane) di Jerome Klapka Jerome |
Finalmente giungono a Oxford e, di qui, iniziano il viaggio di ritorno: ma questa volta senza alcuna fatica grazie alla corrente che li trascina. Ma dopo due giorni di pioggia insistente i tre abbandonano la barca e tornano a Londra in treno. Sono felici di rientrare dopo tanta frugalità e tanti disagi, alla vita civile.
Il segreto dell'arte di Jerome Klapka Jerome non risiede nell'argomento, ma negli avvenimenti imprevisti e negli aneddoti con cui interrompe di continuo il filo conduttore della narrazione, portando con grande abilità il lettore lontano dall'argomento principale, senza che egli, quasi, se ne accorga.
Sono rimaste "storiche" alcune scenette, come quella dello zio Podger che vuole appendere un quadro, o la storia di due puzzolenti formaggi che all'autore toccò trasportare in treno per conto di un amico, o le avventure dell'amico Enrico sperduto nel labirinto di Hampton. O, ancora, la rappresentazione della laboriosa chiusura delle valige o della tentata apertura di una diabolica scatola di ananas.
L'umorista fa scaturire la comicità da osservazioni tratte dalla vita quotidiana, rivelandoci gli inattesi, comici aspetti: Jerome innesta nel classico umorismo inglese alla Dickens le esperienze di una epoca più moderna nel corso della quale i "valori" si stanno già sovvertendo e - in questo - anticipa certe espressioni (anche verbali) impiegate largamente dalla sceneggiatura cinematografica e dalla letteratura umoristica del dopoguerra. Jerome K. Jerome supera quel fondo di amarezza degli umoristi coevi, di fine Ottocento, e ride - e induce a ridere - accettando il mondo com'è e come sta cambiando. Riesce a metterne in rilievo le assurdità di certi aspetti assolutamente comuni - e proprio per questo più "inosservati".
Tre uomini in barca (per non parlar del cane) è da rileggere, da consigliare e straconsigliare anche alle generazioni "digitali". Imperdibile!
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