sabato 17 settembre 2016

Gli ubriachi di Lorenzo Viani pittore, incisore e scrittore

Lorenzo Viani
Lorenzo Viani
Gli ubriachi di Lorenzo Viani pittore, incisore e scrittore. Parliamo di un'opera narrativa pubblicata a Milano nel 1923 di un artista a tutto tondo, che espose nel 1931 alla I Quadriennale di Roma, per seguire con esposizioni alla Biennale di Venezia e in importanti gallerie d'arte, anche presentato da Margherita Sarfatti. Artista che, per così dire, ha messo al centro dell sua produzione il mondo degli emarginati e degli oppressi. Gli ubriachi, in un volume "illustrato" dalla xilografie dello stesso Viani, presenta un mondo pieno di vita, dopo le prove e gli sfoghi di natura quasi autobiografica del Ceccardo (dell'anno precedente). E' un mondo pieno di derelitti, di povera gente, di uomini schietti e abituati a dire pane al pane, sui quali una certa letteratura di maniera aveva, per così dire, ricamato e prosperato.
Lorenzo Viani, che di lotte sociali e liti e baruffe si intendeva non meno che di pennelli e tavolozza, o della vita da marinaio, spazzò ogni maniera di genere. Eccolo attorniato dai sui figuri, tra durezze e villanie d'ogni grado, tra ragionamenti beceri  e cuori grondanti generosità. Viani scrive per fare un processo alla vita con piglio da giustiziere. L'arte, però, da forma alle sue rabbie e asprezze, agli abbozzi violenti, facendone creazioni.... talora informi per voler "infarcire" e dire troppe cose, ma sempre di grande e genuina potenza espressiva.
Si vedano certi ritratti veramente a sgorbia, duri, urlanti: "Nocciolo", "Peritucco", "Beppe il Pelato"... sono pagine colme di un sapore del tutto insolito, la cui architettura trova fondamenta su un'amarezza che non cerca palliativi nella pittura del reale. ... Come il "Maso a Pesetto prende un cieco a nolo", dove un brutto ceffo, falso invalido, specula sulla pietà e le elemosine col portarsi dietro il povero cieco. E, per giunta, lo maltratta.
Gli ubriachi mostra i segni di una visione del mondo acre ma giusta del "male" presente e consustanziale alla vita. Come certi disegni di mendicanti di Lorenzo Viani, il libro è un atto d'accusa alla società e, contemporaneamente, un grande atto d'amore per gli infelici.

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