Francesco Tadini, fondatore di Spazio Tadini. Arte, selezioni di artisti contemporanei, guida virtuale alle mostre in gallerie a Milano, italiane e straniere, recensioni, archivio Emilio Tadini
lunedì 9 aprile 2012
Francesco Tadini, Stazione Gioia, Emilio Tadini, archivio di Spazio Tadi...
Francesco Tadini legge "Stazione Gioia", di Emilio Tadini pubblicato nel 1991 nella raccolta poetica edita da Garzanti, L'insieme delle cose. Queste letture di Francesco Tadini fanno parte di un lavoro d'archivio che Spazio Tadini (Spazio Tadini a Milano è presieduto e diretto da Melina Scalise, che cura e pubblica anche questi video, insieme alla socia: la coreografa Federicapaola Capecchi) dedica a Emilio Tadini.
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E. Tadini, L'insieme della cose, Garzanti, pag. 62 - STAZIONE GIOIA
Come è poco esplorato, l'amore
e la Carta del Tenero
come è ancora approssimativa,
che barba tutti quegli "Hic sunt leones"...
Dalle parti della Stazione Gioia,
in un alone di untume e di gas,
sulla riva di un fiume
- oro e argento -- di auto,
ti fa sentire, viva, la sua voce
da toro, la creatura inverosimile
ma vera, il corpo tropicale
simile al tuo, dissimile,
uguale, disuguale...
*
Messa insieme con pezzi
così diversi che dolgono,
con l'altro che si intrica
in se stesso, ed entrambi
arresi all'ambiguità,
deformi per la fatica
di essere e di non essere, dispersi
nella contiguità...
Battezzata, scavata
Da doppia nostalgia, doppio rimpianto,
pura cosmesi di malinconia,
squartata, compromessa
fra tutto quanto le danno e tutto quanto le tolgono,
metafora, paccottiglia
accumulata in secoli di sonno,
diminuita e accresciuta,
derisa, desiderata,
toro-vacca, acqua-fuoco,
divisa in due come una carta da gioco,
fantoccio platonico, carne
filosofale, vaso
di ferro e coccio, comico
arnese rituale,
possesso e possessore,
faccia sfacciata, volto
stravolto, eccesso, meraviglia
invocata, rancore...
Dev'essere bestiale,
pensa! Che male deve sentire!
Ma la nottata è immensa e tu sei altrove
E non appena l'hai sentita muggire
Hai tolto il piede dall'acceleratore.
*
Drive-in, santuario. Vibra
- costole di lamiera -- il simulacro.
Dentro, nascosto, aspetti
il colpo, sacro, che ti svergini -- il seno
di zucchero e cera, perfetto,
la coda minacciosa, le labbra
che non parlano, la valigia vuota,
la gola, la mandibola
che non riposa...
*
Sei tu che hai voluto andare a passeggio
nel Quartiere Selvaggio
e seguire, nel buio dei tuoi pensieri,
questa pista, o è l'auto che, da sola,
ti ha portato fin qui -- l'Auto dei Misteri?
*
Si lamenta, l'automobilista,
dietro il vetro appannato.
Si slaccia la cintura, a bocca aperta
sorride. Con una mano
insicura, tocca la cosa
mostruosa che ha sognato...
*
E adesso che con il tuo flessibile terrore
finalmente hai imparato a misurare
come è tortuoso il possibile,
può anche darsi che tu abbia svelato
- dico poco -- l'arcano:
è l'amore, comunque -- anche la sola
parola -- a tenere separato
dal niente l'umano.
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Date un'occhiata anche a http://francescotadini.net/ e a http://friplot.wordpress.com/ , a http://francescotadini.blogspot.it/
Francesco Tadini vi ringrazia
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