Iliade e Odissea, chi è Nestore? |
Al tempo della guerra di Troia Nestore ha già conosciuto altri popoli e altri paesi: era anziano e molto esperto. Così è descritto da Omero: "Nestore dalla dolce parola, l'oratore dalla voce sonora di Pilo; dalla bocca di lui scorrevano accenti più dolce del miele. Egli ha già visto trascorrere due generazioni di mortali che un tempo con lui sono nate e cresciute nella divina Pilo, e ora regna sulla terra". Nestore porta quella che potremmo definire la voce dell'antica saggezza nell'esercito greco – quando interessi individuali o passioni giovanili ne minacciano la stabilità e l'unità. Già nel primo canto Nestore fa valere la sua posizione fra Agamennone, investito dell'autorità suprema ma costituzionalmente poco ben definita, e Achille, forte della propria origine divina e della indiscutibile superiorità di combattente.
Il valore della saggezza viene affermato senza avere il primato, in un mondo in cui la capacità fisica è assolutamente decisiva. Nell'Iliade l'ultima parola spetta sempre ad Achille, ma anche i consigli di Nestore hanno diritto al rispetto e impongono attenzione. Essi servono a decidere i casi particolari, le situazioni incerte in cui l'esperienza conta maggiormente.
Si sono voluti vedere in Nestore anche i difetti dell'età avanzata, dato che i suoi numerosi suggerimenti non sono sempre efficaci, e data anche la tendenza a parlare spesso di sé e della sua vita passata. Ma questo preteso umorismo ironico in realtà non c'è, nonostante che l'Iliade parli maggiormente dei personaggi che con Nestore sono in contrasto.
I consigli di Nestore non hanno efficacia quando pretendono di risolvere la grande contesa tra Agamennone e Achille, e questo perché essi non valgono per la nuova logica personale con la quale Achille tende a creare nuovi diritti. Tuttavia nei riguardi di Agamennone, che rappresenta il vecchio potere legale, fondato su patti addirittura divini, la voce di Nestore a un pieno e totale valore.
Verso la fine dell'Iliade i suoi insegnamenti si limitano invece a questioni di capacità tecnica, strumentale, che però riporta sempre agli accorgimenti di una più vasta esperienza. Nelle gare del canto XXIII suo figlio Antiloco partecipa alla corsa dei carri, e Nestore lo consiglia: "con l'accorta abilità, più che con la forza, è migliore lo spaccalegna; con l'abilità il pilota guida sul mare la nave squassata dai venti, e l'abilità l'auriga supera gli altri".
Nell'Odissea Nestore è tornato alla pace domestica, a Pilo, dov'egli accoglie Telemaco. Qui racconta al figlio di Ulisse la vendetta di Oreste su Egisto, l'uccisore di Agamennone. Telemaco capisce il suggerimento e si prepara all'azione e alla vendetta sui Proci.
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