martedì 16 agosto 2016

Omero, Iliade e Odissea: chi è Nestore?

Nestore
Iliade e Odissea, chi è Nestore?
Omero, Iliade e Odissea: chi è Nestore? È una di quelle figure di fama molto antica, sia nella letteratura che nel mito. Nestore era già familiare ai greci quando Omero lo introdusse nell'Iliade. Anzi Nestore, nel corso del poema, narra in ripetute occasioni episodi della sua vita passata che altri poeti avevano già trattato e incluso nelle loro opere. Queste leggende si ambientavano nel Peloponneso e, per l'esattezza, a Pilo. Il riferimento era a guerre che quella popolazione aveva sostenuto contro popoli confinanti.
Al tempo della guerra di Troia Nestore ha già conosciuto altri popoli e altri paesi: era anziano e molto esperto. Così è descritto da Omero: "Nestore dalla dolce parola, l'oratore dalla voce sonora di Pilo; dalla bocca di lui scorrevano accenti più dolce del miele. Egli ha già visto trascorrere due generazioni di mortali che un tempo con lui sono nate e cresciute nella divina Pilo, e ora regna sulla terra". Nestore porta quella che potremmo definire la voce dell'antica saggezza nell'esercito greco – quando interessi individuali o passioni giovanili ne minacciano la stabilità e l'unità. Già nel primo canto Nestore fa valere la sua posizione fra Agamennone, investito dell'autorità suprema ma costituzionalmente poco ben definita, e Achille, forte della propria origine divina e della indiscutibile superiorità di combattente.
Il valore della saggezza viene affermato senza avere il primato, in un mondo in cui la capacità fisica è assolutamente decisiva. Nell'Iliade l'ultima parola spetta sempre ad Achille, ma anche i consigli di Nestore hanno diritto al rispetto e impongono attenzione. Essi servono a decidere i casi particolari, le situazioni incerte in cui l'esperienza conta maggiormente.
Si sono voluti vedere in Nestore anche i difetti dell'età avanzata, dato che i suoi numerosi suggerimenti non sono sempre efficaci, e data anche la tendenza a parlare spesso di sé e della sua vita passata. Ma questo preteso umorismo ironico in realtà non c'è, nonostante che l'Iliade parli maggiormente dei personaggi che con Nestore sono in contrasto.

I consigli di Nestore non hanno efficacia quando pretendono di risolvere la grande contesa tra Agamennone e Achille, e questo perché essi non valgono per la nuova logica personale con la quale Achille tende a creare nuovi diritti. Tuttavia nei riguardi di Agamennone, che rappresenta il vecchio potere legale, fondato su patti addirittura divini, la voce di Nestore a un pieno e totale valore.

Verso la fine dell'Iliade i suoi insegnamenti si limitano invece a questioni di capacità tecnica, strumentale, che però riporta sempre agli accorgimenti di una più vasta esperienza. Nelle gare del canto XXIII suo figlio Antiloco partecipa alla corsa dei carri, e Nestore lo consiglia: "con l'accorta abilità, più che con la forza, è migliore lo spaccalegna; con l'abilità il pilota guida sul mare la nave squassata dai venti, e l'abilità l'auriga supera gli altri".

Nell'Odissea Nestore è tornato alla pace domestica, a Pilo, dov'egli accoglie Telemaco. Qui racconta al figlio di Ulisse la vendetta di Oreste su Egisto, l'uccisore di Agamennone. Telemaco capisce il suggerimento e si prepara all'azione e alla vendetta sui Proci.

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