venerdì 9 settembre 2016

Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, riassunto

Il grande Gatsby
Il grande Gatsby
Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, riassunto e analisi. Il romanzo è del 1925, dello scrittore americano F. Scott Fitzgerald (1896-1940): uno dei più letti e intergenerazionali romanzi del Novecento. Una generazione di americani vide in lui l'immagine del suo convulso malessere. La generazione nata da quella, restia a riconoscere come sua legittima origine un'entità morale così inquietante, ha cercato di seppellirlo nella finalità del passato storico. Ma Gatsby definisce ben più importanti lineamenti di un paesaggio morale americano, i cui contorni sono ora meno chiari soltanto perché soffocati dalla vegetazione.

A 32 anni Jay Gatsby un misterioso ed elegante millenario con una casa favolosa vicino a New York. A 17 anni è James Gatz figlio di un povero contadino senza risorse del medio Occidente. L'immaginazione del ragazzo si finge un "universo di ineffabile splendore" in cui "Jay Gatsby" a figura di fascinoso eroe. Egli insegue il suo sogno spostandosi a oriente; si attacca a un milionario; si innamora di una ricca ragazza del sud, Daisy "la figlia del re, la ragazza d'oro… Sicura orgogliosa di sopra le brucianti lotte dei poveri"; si fa una fortuna come trafficante clandestino; deve cedere Daisy a un altro; cerca di riconquistarla; per la costante fedeltà a un vacuo sogno e a un'illusione sentimentale, innocentemente manda in frantumi l'illusione, il sogno e la sua vita.

In senso non soltanto geografico Gatsby viene dall'ovest: egli è un discendente spirituale del Natty Bumppo del Cooper, che, vagheggiando "l'ultimo e il più grande di tutti i sogni umani", si era rifugiato a Occidente di fronte alla violazione della verde terra vergine, e nella ritirata aveva portato con sé l'immagine sacra di un mondo nuovo in cui l'uomo fosse "per l'ultima volta nella storia a faccia a faccia con qualche cosa che corrispondesse alla sua capacità di meraviglia".

Attraversato il continente, raggiunta la costa del Pacifico, l'immagine affonda nello stagno della mente comune, dove diventa fantasia di recuperare ciò che è stato irrevocabilmente perduto; Il grande Gatsby va verso l'oriente, portando con sé nel ritorno una capacità di meraviglia che non ha niente di cui nutrirsi, fuorché gli orpelli che il denaro di un contrabbandiere può comprare.

Sotto la partita corrotta che egli deve giocare per attuare il suo sogno, l'innocenza del sogno rimane incorruttibile. Lo "straordinario dono della speranza" - che gli dona Francis Scott Fitzgerald - la sua "prontezza immaginativa" tra i personaggi del libro salvano lui solo dall'orrore e dal disgusto del narratore occidentale: "c'era in lui qualche cosa sbalorditiva, raffinata sensibilità alle promesse della vita".

Ma il sogno di Gatsby riflette, sulla sua immacolata, luccicante, concava superficie, le grottesche concave superfici del mondo che lo circonda; la sua solitudine nella società americana rispecchia l'isolamento morale degli "spostati" che la costituiscono. Nel suo grande fantastico palazzo, eretto in uno dei suburbi dei nuovi ricchi come una tenda di circo ambulante, e separato dalla città da "una valle di ceneri", egli dà grandi fantastici ricevimenti, a cui interviene, non invitata, la caotica folla della città: individui di ogni nome e di ogni stato sociale che hanno in comune soltanto la dissociazione morale di animali che non sanno che animali siano dei movimenti appartengano ai loro corpi, né in che giungla vivano.

Sul prato di Gatsby i loro visi, le loro voci avvinazzata, le loro figure barcollanti sotto l'hanno con le luci artificiali in un carnevale fantasmagorico in cui tutti i secoli e i paesi e i costumi e le maschere si mescolano per una notte. Ma il carnevale non dura una notte; non è l'orgiastico sfogo rituale dopo la formale coerenza dell'anno – non è un Martedì Grasso, nei una Notte di Valpurga – ma è la vita stessa di quell'anno e del successivo.

La figura misteriosa de Il grande Gatsby ispira loro bizzarri fantastici pensieri, che sono la disperata speranza che qualcuno, che qualcosa, in un universo dove sconnessi relitti di naufragio giacciono sparsi su una nuda spianata, abbia significato, consistenza, coerenza: abbia radici in qualche passato storico e morale: sia "reale”. Ma Gatsby di Francis Scott Fitzgerald è la figura della mascherata di un ragazzo, la sua casa un "enorme incoerente fallimento". E quando, già fatto a pezzi dal crollo del suo sogno, l'eroe è ucciso da uno sparo, la nota casa ingannatrice – casa di Gatsby e Casa del sogno americano di James Gatz – diventa una tomba su cui immacolati scalini bianchi un ragazzo ha scribacchiato una parola oscena.

Nessun commento:

Posta un commento