giovedì 22 settembre 2016

Fratello d'armi di Giuseppe Giacosa: dramma di soggetto medievale

fratello d'armi
Il fratello d'armi
Il fratello d'armi di Giuseppe Giacosa: dramma di soggetto medievale. E' un dramma in quattro atti, in versi, di Giacosa (1847-1906), rappresentato nel 1877. E' una delle opere più notevoli di Giacosa. La trama: Valfrido di Arundello, fratello d’armi di Ugone di Soana, lo aiuta a difenderne il castello sebbene i suoi siano nelle file nemiche. Ugone tiene prigioniera Berta di Noasca perché un suo fratello, che la rapì, fu ucciso per causa sua; ma segretamente è innamorato della fanciulla. Anche Valfrido, che ignora l'amore di Ugone, ama, Berta e ne è amato, e non si accorge della passione che ha ispirato in Bona, l’orgogliosa sorella di Ugone.

Giuseppe Giacosa
Giuseppe Giacosa
Accanto a questi affetti corrisposti o incorrisposti si agita infine l’elegante figura del giullare Fiorello che cela dietro una finta e canora allegria il suo amore per Bona. L’intesa tra Valfrido e Berta è intuita da Bona, che chiede al fratello la libertà della prigioniera per allontanarla dal castello; ma, quando essa sa che anche Ugone la ama, esasperata gli rivela l’amore di Valfrido e fa sorprendere questo nel momento in cui cerca di far fuggire Berta.

Mentre i nemici assaltano il castello, Valfrido è imprigionato e, raggiunto dai suoi attraverso un passaggio segreto, poiché si rifiuta. di aiutare il cugino Ibleto a incendiare il castello, viene ucciso. Ugone, saputo che l’amico, da lui offeso, ha preferito morire piuttosto che tradirlo, si punisce ordinando di aprire le porte al nemico e di abbattere il castello perché custodisca tra le sue rovine la fedeltà di Valfrido e non ricordi l’onta dei Soana.

Nel trattare un soggetto così truculento, Giuseppe Giacosa ha mantenuto i toni, a lui consoni, di un lirismo sottile, anche se manierato, agile nella rima e nella versificazione, fiorito nel dialogo e nel bisticcio.
La rievocazione del Medioevo, che sembrava destinata a rimanere una sorta di "esclusiva" del teatro popolare e a subirne la forte coloritura, trova con Giacosa e il Fratello d'armi una forma il cui artificio, più colto e sensibile, appare come preludio di quello, ben più caldo e potente, di D’Annunzio. Non ha per protagonisti solamente dei personaggi quanto, più ancora,  degli stati d’animo e dei momenti lirici che si susseguono e si fondono in un unico fluire di immagini rimate, di sentenze a mezz'aria, di associazioni di idee e di affetti...

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Lettura consigliata: "Teatro, futurismo e Marinetti: dal teatro futurista sintetico in avanti" sul blog ufficiale di Francesco Tadini al LINK: http://francescotadini.it/teatro-futurismo-e-marinetti-dal-teatro-futurista-sintetico-in-avanti/


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